Pillole da Bombardieri 2° Puntata ”I Bombardieri su Monte Pasubio settembre-ottobre 1916″

Al termine dell’ offensiva austriaca che aveva portato la nostra prima linea sull’Altipiano del Pasubio, Il Comando Supremo decise di eseguire in questo settore una offensiva con lo scopo di alleggerire le nostre posizioni abbastanza precarie.

L’attacco a fondo doveva essere portato sul Pasubio e diretto contro quota 220 (Il Dente Austriaco); contemporaneamente due attacchi secondari dovevano svolgersi uno in vallarsa con obbiettivi il forte Pozzacchio, Monte Spil e Monte Corno; il secondo in Val Posina contro Cima Grama e il Corno del Coston.

I particolare era necessario dare respiro alle nostre linee spingendole innanzi almeno fino alla linea Roite-Buse di Bisorte-Sogli Bianchi.

L’utilizzo di bombarde doveva avvenire in maniera massiccia entro settori limitati.

Per l’occasione vennero  destinate al V corpo d’armata 5 batterie di bombarde da 240 fatte affluire dalla Scuola di Susegana, e vennero rifornite e riassettate quelle già presenti in linea.

L’inizio dell’offensiva era stato prefissato per i primi di settembre, quindi dal 18 agosto alla prima settimana di settembre, i bombardieri ebbero solamente una ventina di giorni per conoscere il territorio, preparar delle posizioni, i depositi munizioni e posizionare le armi.

Alla 44° Divisione furono assegnate 6 batterie di bombarde da 240 (16°, 51°, 52°, 54°, 133°, 134°) per un totale di 34 armi; 2 batterie da 58°A (35° e 174°) con un totale di 14 bombarde.

La sera  per l‘attacco del 6 settembre 1916 tutte le armi erano in posizione cosi dislocate:

Settore Val Posina-Pasubio:

  • 4 bombarde da 240 erano posizionate dietro quota 2144 di Cori del Pasubio;
  • Altre 28 bombarde da 240 erano allineate dietro la dorsale che da quota 2200 (Dente Italiano)
  • 10 armi da 58 A furono posizionate dietro i roccioni dal Soglio dell’Incudine fino alla Lora

Gli obbiettivi di queste armi erano i reticolati e i trinceramenti delle posizioni austriache dell’ Alpe di Cosmagnon.

Settore Vallarsa:

  • 4 bombarde da 58 A e 2 da 240 fra i roccioni di quota 1765 di Monte Corno, con obbiettivo le linee austriache a sud di quota 1810
  • 2 Bombarde da 240 in localita Val Morbida, con obbiettivo i reticolati e la strada di servizio del forte Pozzacchio.

Per via delle pessime condizioni atmosferiche, l’offensiva fu rimandata al mattino del giorno 10, ma le forze austriache, forse venute a conosocenza della possibile offensiva italiana, compirono una puntata offensiva la mattina del giorno 7, occupando per qualche ora alcune posizioni italiane della zona del monte Corno e Monte Spil.

Il giorno 10 ha inizio l’offensiva, fu dato il via prima nella regione del Pozzacchio.

Le due batterie da 240 di Val Morbida, in collaborazione con alcune artiglierie di medio calibro, riescono ad aprire un varco alla colonna di fanteria di sinistra, con le quali avanzano due sezioni di lanciatorpedini Bettica, m l’avanzata viene fermata dopo la conquista della prima linea austriaca.

La colonna che aveva il compito di conquistare la dorsale M Spil e M Corno trova i reticolati intatti e non riesce ad avanzare.

Alle 9,15 ha inizio il bombardamento contro le linee del Cosmagnon, ma il fuoco fu sospeso per il sopraggiungere della nebbia che impediva di osservare gli effetti del tiro.

Alle 12.30 nonostante la nebbia, fu ripreso il fuoco fino alle 14.30 , ma non potendo osservare l’arrivo dei colpito il tiro fu praticamente inutile.

Le truppe italiane avanzarono e conquistarono le posizioni di quota 1985 e 2200 trovando tutti i reticolati intatti, il fuoco di sbarramento austriaco impedì qualsiasi altra avanzata.

In pratica, per le bombarde questa piccola offensiva fu un fallimento, non avendo potuto concorrere nella distruzione dei reticolati( compito principale dell arma).

A meta del mese di settembre furono analizzate le cause del fallimento, imputandolo, oltre che al sopraggiungere della nebbia anche alle poche bombarde presenti in zona di operazione.

Fu per questo che il giorno 16 arrivarono 2 nuove batterie da 240 ( 12 armi in totale, 76° e 118°) che furono immediatamente posizionate in linea.

Il comando della 1° Armata ordinava per la successiva operazione:

 “… prescrivo in modo assoluto che l’obbiettivo per le batterie di bombarde sia una zona sola e di ampiezza proporzionata al numero di colpi disponibili. L’ampiezza della zona risulterà dal calcolo del numero dei colpi occorrenti per distruggere completamente le difese avversarie. Tale zona preferibilmente dovrà essere quella che comprende quota 2200 austriaca, cioè il saliente della posizione nemica; saliente che, una volta sfondato, compromette la resistenza delle due ali della posizione avversaria.”

Si capisce l’enorme importanza dell’impiego delle bombarde nelle tecniche di guerra di trincea italiana.

Lo schieramento di bombarde in questa seconda e nuova offensiva comprendeva 10 batterie di cui 8 da 240 e 2 da 58 A .

L’obbiettivo principale dell azione verteva sulla conquista di quota 220, furono quindi aggiunte 4 bombarde da 240 alle 28 già in posizione nella precedente offensiva.

Alle 4 bombarde da 240 posizionate in precedenza per l’attacco contro quota 2059 ne furono aggiunte altre 6 per un totale di 10.

Furono rimosse dalla zona della Lora e di Cogolo Alto le 10 bombarde da 58 A precedentemente dislocate per posizionarle contro la quota 2043.

All’alba del 9 ottobre le condizioni meteorologiche erano perfette e alle ore 7 precise le bombarde e l’ artiglieria iniziarono il fuoco di preparazione che duro fino alle 8.45, poi ci fu una pausa di mezzora e alle 9.15 il fuoco riprese fino alle 15.30 ora in cui le fanterie andarono all’attacco.

Le artiglierie austriache disperdono il loro tiro su tutte le posizioni possibili, i reticolati non esistono più e le fanterie conquistano facilmente quota 2043, i bombardieri allungano il tiro delle loro armi comprendo l’avanzata degli alpini e dei bersaglieri.

Prima dell’imbrunire l’artiglieria austriaca concentra il proprio fuoco sulle colonne italiane bloccandone l avanzata, la lotta corpo a corpo continua tutta la notte e al mattino le posizioni di quota 1985 e del Panettone sono conquistate nonostante i contrattacchi avversari.

L’effetto delle bombarde fu questa volta determinante per l’avanzata italiana, tanto che anche gli austriaci nella loro relazione ufficiale della battaglia cosi scrivevano:

 “…ad un vivo fuoco di artiglieria e di bombarde, che batte l’8 ottobre fin dall’alba le posizioni dei reggimenti di Kaiserjager 1° e 2°, segue il giorno 9 un fuoco a massa di artiglierie di medio e piccolo calibro. Le posizioni non aprofrondite ancora abbastanza nelle rocce, in massima friabili, e i reticolati furono sconvolti dall’uragano di fuoco…..”

L’azione riprende il mattino del giorno 10 e prosegue per tutto l’11 e il 12 di ottobre definendo la nuova line del fronte su Passo degli Alberghetti-versante orientale del Dente austriaco(quota 2200- Panettone(quota 1985)-cintura meridionale dell’Alpe di Cosmagnon-Sogi- quota 1770.

Ci fù una sosta di qualche giorno per risistemare i depositi di munizioni e le postazioni danneggiate dalla battaglia,  le quattro bombarde da 240 ( 2 della 16° e 2 della 54° batteria) venero fatte avanzare ad est del Dente Austriaco.

Con il tiro di queste armi furono sconvolti nella giornata del 17 ottobre i reticolati posizionati innanzi quota 2200 che fu conquistata e successivamente persa per un contrattacco austriaco.

I giorni 18 19 vedevano ancora gli scontri continuare su tutte le posizioni.

Il 20 ottobre dopo le ultime scaramucce il fronte si stabilizza sulle nuove posizioni conquistate, è il momento di tirare le somme di questi 2 mesi di battaglia.

In totale nelle due azioni offensive furono sparate 980 munizioni per bombarde di piccolo calibro (58 A) e 2040 munizioni per bombarde da 240.

Furono presenti sul fronte 600 bombardieri e 40 ufficiali

Le perdite materiali ammontarono a 6 bombarde da 58 A e 10 da 240.

Le perdite umane della specialità bombardieri, nel settore del Pasubio furono di 2 ufficiali morti e 4 feriti, 23 soldati di truppa morti  e 32 feriti.

Un numero di perdite relativamente basso, rispetto al tritacarne che era il carso, durante lo stesso periodo le perdite di bombardieri su quel settore furono di 35 ufficiali morti 68 feriti, 407 soldati di truppa morti e 2320 feriti e 10 dispersi.

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